La scintilla
Le speranze per Erika Pioletti sono finite. La 38enne era stata letteralmente travolta dalla folla di piazza san Carlo, a Torino, mentre il maxischermo trasmetteva la finale tra Juve e Real. La storia, purtroppo, è ben nota.
Inutile negarlo: c'è un condizionamento pericolosissimo che aleggia nell'aria ad ogni manifestazione Ma non solo. Pensiamo, ad esempio, al gioco di sguardi dentro una metropolitana: spesso c'è una tensione palpabile che scacciamo soltanto parlando con un amico o schiacciando il tasto play e facendo partire la nostra canzone preferita.
Immaginate un grande evento che richiama un pubblico numeroso, come un concerto, una sagra, una festa in piazza, e così via: tutto è soggetto alla scintilla. Il fatto imprevedibile che scatena il panico mettendo a nudo le nostre debolezze. L'istinto di sopravvivenza non ti fa guardare in faccia a niente e nessuno: la donna in carrozzella, il bambino o la semplice persona in difficoltà ferita a terra: tutto diventa un ostacolo da superare. Ad ogni costo.
La cronaca dei fatti di Torino racconta questo. Anzi, c'è anche di peggio.
È legittimo ipotizzare uno scenario diverso in piazza San Carlo, eliminando mentalmente gli attentati terroristici che stanno colpendo l'Europa negli ultimi mesi. Ma purtroppo è questo il prezzo da pagare. E da questo punto di vista il terrorismo ha vinto e non sarà facile sconfiggerlo nell'immediato futuro. Sono anni bui quelli che viviamo e spesso ci costruiamo una maschera di tranquillità per affrontare al meglio le sfide quotidiane. Ma anche questo fa parte dell'essere "umani", un po' come l'istinto di sopravvivenza.
Ogni tanto si legge: "il mondo sta impazzendo"e fa sorridere, perché quel mondo siamo proprio noi e leggendo un po' di storia ci si accorge che questo mondo, forse, un po' pazzo, lo è sempre stato.
Inutile negarlo: c'è un condizionamento pericolosissimo che aleggia nell'aria ad ogni manifestazione Ma non solo. Pensiamo, ad esempio, al gioco di sguardi dentro una metropolitana: spesso c'è una tensione palpabile che scacciamo soltanto parlando con un amico o schiacciando il tasto play e facendo partire la nostra canzone preferita.
Immaginate un grande evento che richiama un pubblico numeroso, come un concerto, una sagra, una festa in piazza, e così via: tutto è soggetto alla scintilla. Il fatto imprevedibile che scatena il panico mettendo a nudo le nostre debolezze. L'istinto di sopravvivenza non ti fa guardare in faccia a niente e nessuno: la donna in carrozzella, il bambino o la semplice persona in difficoltà ferita a terra: tutto diventa un ostacolo da superare. Ad ogni costo.
La cronaca dei fatti di Torino racconta questo. Anzi, c'è anche di peggio.
È legittimo ipotizzare uno scenario diverso in piazza San Carlo, eliminando mentalmente gli attentati terroristici che stanno colpendo l'Europa negli ultimi mesi. Ma purtroppo è questo il prezzo da pagare. E da questo punto di vista il terrorismo ha vinto e non sarà facile sconfiggerlo nell'immediato futuro. Sono anni bui quelli che viviamo e spesso ci costruiamo una maschera di tranquillità per affrontare al meglio le sfide quotidiane. Ma anche questo fa parte dell'essere "umani", un po' come l'istinto di sopravvivenza.
Ogni tanto si legge: "il mondo sta impazzendo"e fa sorridere, perché quel mondo siamo proprio noi e leggendo un po' di storia ci si accorge che questo mondo, forse, un po' pazzo, lo è sempre stato.
Nicola Seppone
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