Il fatale fascino della mareggiata

Oggi una persona è morta nelle acque savonesi dopo essersi avventurata nel bel mezzo di una mareggiata (cliccate QUI per leggere la notizia).

Una riflessione su questa tragedia. A parte i soliti discorsi "se la sono andata a cercare" (ovvi e indubbiamente realistici, ma a che servono poi concretamente?) ma pensiamo che questi ragazzi oggi sono entrati in mare da una spiaggia libera (almeno così pare dalle ultime ricostruzioni).
Mi spiego: se c'è una spiaggia libera, non c'è un assistente bagnanti. Non c'è alcun controllo. In una giornata come quella di oggi tutti gli stabilimenti "privati" non hanno permesso ai loro clienti di entrare in mare con quelle condizioni (proibitive, per tutti). E questo controllo, questo vigilare sulla sicurezza dei clienti, in alcuni casi, può davvero salvare la vita. Perché è vero che nessuno può proibire letteralmente a qualcuno di buttarsi comunque in mare, ma se ti trovi di fronte un #bagnino che ti dice "ragazzi oggi in mare da qui non si entra perché è pericoloso", magari ci pensi due volte prima di entrare.
E ora arrivo al punto. Se le spiagge libere fossero tutte attrezzate (e quindi controllate da uno o più bagnini), i molti "cani sciolti" delle spiagge libere con un innato spirito avventuroso, e sprezzanti del pericolo, troverebbero nella figura dell'assistente di salvataggio un buon deterrente alle loro pericolose intenzioni di avventurarsi con un mare del genere. 
E il paradosso è che in queste ore (caso strano, ora che ci è scappato il morto) si discute proprio di questo. E l'altro giorno, proprio nei commenti del gruppo #PietrAttiva, spiegavo le ragioni dei benefici di una spiaggia libera attrezzata: e il bagnino (il controllo, la sicurezza dei bagnanti) era uno di quei benefici.
C'est la vie.
Belin.

Nicola Seppone


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