Pietra, ambulanza bloccata dal passaggio a livello: il senso è unico, come la Vita


Ho visto l’autista dell’ambulanza imprecare e sbattere le mani sul volante. Quelle maledette sbarre non si aprivano. Circa 15 minuti di stop forzato. Ogni secondo sembrava un secolo e nel mentre sono passati ben due treni”. 


Il 5 agosto scorso, a Pietra Ligure è andata in scena una situazione per nulla difficile da immaginare, soprattutto da quando il lungomare Bado è diventato a senso unico. Lo scatto che ritrae l’ambulanza bloccata tra le sbarre e le auto in coda è emblematico ed è stato pubblicato sul gruppo Sei di Pietra Ligure se da una testimone oculare (potete leggerlo cliccando qui).


Oggi pomeriggio ho avuto modo di parlare con un’altra persona che ha assistito alla stessa scena. Il suo racconto è sintetizzato nel virgolettato che vi ho riportato all’inizio di questo scritto.


Come la penso non è un segreto: la decisione di rendere il lungomare di Pietra a senso unico è stata un errore. Durante il mio mandato come consigliere comunale, che si è concluso pochi mesi fa, ho argomentato questa mia posizione proprio immaginando il caso che si è tristemente materializzato pochi giorni fa. Per me, questa era e resta la ragione principale per ripristinare immediatamente il doppio senso di marcia.


Tutto questo perché in caso di emergenza ogni secondo è potenzialmente e letteralmente vitale. Le ambulanze in sirena possono avere dei vantaggi rispetto ad un normale automobilista, ma non sono ancora in grado di volare. Quell’ambulanza avrebbe potuto fare marcia indietro e farsi largo (in contromano) tra le auto della passeggiata. O magari avrebbe potuto passare direttamente dal centro storico, affollato più che mai in questo periodo della stagione. Certo, forse avrebbe potuto farlo. Ma a che prezzo in termini di tempo e di rischi corsi (considerando che non si tratta di una manovra eseguita nel rispetto del codice della strada, ma piuttosto in legittima deroga)?


Bisogna sempre sperare che tutto finisca come nel caso di specie: ovvero senza gravi conseguenze. Non voglio nemmeno immaginare cosa potrebbe succedere se un ritardo di pochi secondi si rivelasse fatale per un soccorso. E può succedere. Fatevelo raccontare da chi mastica soccorso e volontariato ogni giorno. E può accadere a tutti, indistintamente. A quel punto, le manovre tecnicamente possibili diventano secondarie, perché il tempo è qualcosa che non può essere recuperato. E di tempo davanti a quelle sbarre quell’ambulanza ne ha trascorso troppo. 


Dobbiamo fare i conti con la realtà e con quello che si può fare per prevenire al massimo una situazione di questo genere. Ecco perché non ha senso parlare di “spostamento a monte della ferrovia”. Certo che sarebbe risolutivo, ma stiamo parlando di fantascienza (al momento e da almeno 50 anni). 


Non si vuole ripristinare il doppio senso? Va bene, ma almeno cerchiamo di installare un cartello luminoso vicino alla curva del cantiere, così che l'autista del mezzo di soccorso possa essere avvisato (in caso di chiusura del passaggio a livello) e possa fare inversione in uno spazio più comodo e magari prima di ritrovarsi davanti alle sbarre chiuse, oltre che alla coda di auto che inevitabilmente si formerà dietro di lui.


Oggi l’unica cosa che conta è quella di ridurre al minimo il rischio di un caso come quello del 5 agosto scorso. Rischio che oggi rimane e che potrebbe essere risolto con un semplice provvedimento di ripristino del doppio senso di marcia. 


Più brutto, più impattante per il traffico, più tutto quello che volete. 

Ma più sicuro per chi deve salvare Vite.

E scusate se è poco.


Nicola Seppone 



Il post pubblicato il 5 agosto scorso sul gruppo Sei di Pietra Ligure se...





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