Il lungomare di Pietra chiama, la nostalgia risponde
Chi ha avuto la fortuna di camminare lungo la vecchia passeggiata di Pietra Ligure (quella con le vasche, per capirci), probabilmente oggi, andando a fare due passi sul lungomare, sarebbe disposto a fare carte false per riaverla indietro. Non è soltanto l'effetto "nostalgia canaglia". No.
Quelle iconiche cartoline vintage che siamo abituati a vedere sui social, con quei colori mai troppo accesi, sono il simbolo di una Pietra che non c'è più. Il paese è cambiato molto in questi anni e se da una parte la città ha fatto dei passi in avanti, dall'altra la parola progresso ha fatto spesso rima con regresso. Oggi la passeggiata, colpita al cuore da un killer chiamato "punteruolo rosso", piange la moria delle sue storiche palme, vero e proprio brand della riviera di ponente. Spoglia e privata della sua identità, la passeggiata chiede "giustizia". Nei prossimi giorni, quindi, arriveranno delle nuove piante. Non saranno proprio le stesse di prima, ma proveranno comunque a non far rimpiangere la bellezza di quello che è sempre stato un lungomare ad impronta "green".
Eppure, anche con le "nuove" palme, qualcosa non va. La moderna passeggiata non convince. Non possiede neanche un briciolo del fascino della sua antenata. Pensateci. Basta pronunciare la parola "alveare" per evocare in molti di noi un fiume di piacevoli ricordi. Scatti memorabili, quelli fatti in posa all'interno delle sue fessure. Non è soltanto l'effetto "nostalgia canaglia". No.
Negli ultimi anni, stiamo (giustamente) cercando di convincere tutti i turisti del fatto che qui - oltre alle spiagge e al mare - c'è di più. Ma è anche vero che, da sempre, chi viene in Liguria lo fa per farsi un tuffo nelle nostre acque oppure per respirare aria buona osservando le onde che si infrangono sugli scogli. Magari davanti a un buon caffè. Le code del weekend in autostrada nascono spesso così. Ecco che allora ci si rende conto dell'importanza del nostro lungomare. La passeggiata coccola gli anziani durante le loro passeggiate o le loro chiacchierate sulle panchine. La passeggiata fa innamorare i giovani nelle sere d'estate. La passeggiata è il luogo del "wow" mentre si osserva incantati un'alba o un tramonto.
Merita di più, la nostra passeggiata. Il centro storico del paese e il lungomare si accarezzano, divisi solo dalle strutture, per dar vita ad un connubio paesaggistico tra i più belli della nostra riviera. Un'accoppiata potenzialmente vincente, certo, che tuttavia oggi sembra più premiare l'incantevole fascino dei caruggi rispetto alla porta d'acceso ai nostri lidi.
Oggi ci sono ancora tanti punti interrogativi. Alcuni riguardano la stessa viabilità, con il grande sogno (non per tutti) di un lungomare completamente pedonale, altri, invece, guardano alle prospettive future, come la possibilità di collegamento/continuità con l'area degli ex cantieri navali. A dare un bel pizzicotto, poi, ci pensano i conti. Eh già, tutto ha un costo.
C'è bisogno di risposte concrete. Nel frattempo, possiamo solo immaginare.
Quindi riprendo in mano quelle cartoline, rivedo le barche radiocomandate, gli scatti fatti nell'alveare e...vuoi vedere che le risposte che cerchiamo per il futuro risiedono proprio nel nostro passato?
Quelle iconiche cartoline vintage che siamo abituati a vedere sui social, con quei colori mai troppo accesi, sono il simbolo di una Pietra che non c'è più. Il paese è cambiato molto in questi anni e se da una parte la città ha fatto dei passi in avanti, dall'altra la parola progresso ha fatto spesso rima con regresso. Oggi la passeggiata, colpita al cuore da un killer chiamato "punteruolo rosso", piange la moria delle sue storiche palme, vero e proprio brand della riviera di ponente. Spoglia e privata della sua identità, la passeggiata chiede "giustizia". Nei prossimi giorni, quindi, arriveranno delle nuove piante. Non saranno proprio le stesse di prima, ma proveranno comunque a non far rimpiangere la bellezza di quello che è sempre stato un lungomare ad impronta "green".
Eppure, anche con le "nuove" palme, qualcosa non va. La moderna passeggiata non convince. Non possiede neanche un briciolo del fascino della sua antenata. Pensateci. Basta pronunciare la parola "alveare" per evocare in molti di noi un fiume di piacevoli ricordi. Scatti memorabili, quelli fatti in posa all'interno delle sue fessure. Non è soltanto l'effetto "nostalgia canaglia". No.
Negli ultimi anni, stiamo (giustamente) cercando di convincere tutti i turisti del fatto che qui - oltre alle spiagge e al mare - c'è di più. Ma è anche vero che, da sempre, chi viene in Liguria lo fa per farsi un tuffo nelle nostre acque oppure per respirare aria buona osservando le onde che si infrangono sugli scogli. Magari davanti a un buon caffè. Le code del weekend in autostrada nascono spesso così. Ecco che allora ci si rende conto dell'importanza del nostro lungomare. La passeggiata coccola gli anziani durante le loro passeggiate o le loro chiacchierate sulle panchine. La passeggiata fa innamorare i giovani nelle sere d'estate. La passeggiata è il luogo del "wow" mentre si osserva incantati un'alba o un tramonto.
Merita di più, la nostra passeggiata. Il centro storico del paese e il lungomare si accarezzano, divisi solo dalle strutture, per dar vita ad un connubio paesaggistico tra i più belli della nostra riviera. Un'accoppiata potenzialmente vincente, certo, che tuttavia oggi sembra più premiare l'incantevole fascino dei caruggi rispetto alla porta d'acceso ai nostri lidi.
Oggi ci sono ancora tanti punti interrogativi. Alcuni riguardano la stessa viabilità, con il grande sogno (non per tutti) di un lungomare completamente pedonale, altri, invece, guardano alle prospettive future, come la possibilità di collegamento/continuità con l'area degli ex cantieri navali. A dare un bel pizzicotto, poi, ci pensano i conti. Eh già, tutto ha un costo.
C'è bisogno di risposte concrete. Nel frattempo, possiamo solo immaginare.
Quindi riprendo in mano quelle cartoline, rivedo le barche radiocomandate, gli scatti fatti nell'alveare e...vuoi vedere che le risposte che cerchiamo per il futuro risiedono proprio nel nostro passato?
Nicola Seppone
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