Mugugni d'artificio
Ci è voluto un comunicato dell’Enpa per risvegliare il dibattito sull’utilità o meno dei fuochi artificiali. A Pietra, in particolare, siamo messi talmente bene (economicamente parlando) da poterci permettere lo spettacolo pirotecnico per ben due volte: a luglio, in occasione della festa di San Nicolò, e a Ferragosto. Da anni, quanto meno dal 2013 (data di apertura del mio blog), sostengo l’inutilità di DUE eventi di questo tipo. Prima di tutto per una questione economica. I fuochi costano. E costano tanto. Non si può fare una stima precisa, anche perché dipende da spettacolo a spettacolo ma parliamo di cifre che si aggirano sempre intorno ai 30 40 mila euro. Non proprio spiccioli. Tutto per 20 minuti di intrattenimento (e diciamolo, non sempre all’altezza delle aspettative). Personalmente sono nato e cresciuto lavorando nel turismo, a contatto con i turisti, e MAI, vi dico MAI, ho sentito dire a qualcuno di questi: “Sono venuto a Pietra per vedere i fuochi”. Ma questo vuol dire e non vuol dire. Quindi, stringi stringi, sti benedetti fuochi portano o no un richiamo turistico effettivo? Lasciamo la parola agli operatori del settore.
Ma il punto, al di là dell’effettivo ritorno generato dai fuochi d’artificio, è un altro e per farvelo capire vi faccio una domanda: una città che presenta (come tante sì, ma noi guardiamo a casa nostra) molte criticità - vedi per esempio un ponte sul Maremola non realizzato, con un mutuo che ci stiamo trascinando da anni e al termine del quale, oltre al danno, otterremo anche la beffa di non aver nessuna opera realizzata - può davvero permettersi il lusso (perché non si può definire altrimenti) di due spettacoli pirotecnici all’anno? Per molti la risposta non sarà scontata. Per me invece sì e la mia risposta è NO, non se lo può permettere.
I fuochi sono il lusso che si può permettere la città che dal punto di vista estetico-strutturale-funzionale non può rimproverarsi nulla, tanto da poter dire ai suoi turisti “E ora guardate anche in cielo, vi abbiamo riservato un altro spettacolo da ammirare”. Ma Pietra non è così, oggi. Chi passa dal Maremola e si trova davanti questi piloni di cemento, indubbiamente, penserà: “Ma che è sta roba? Ma dove siamo?”. Dovrà fare qualche passo in più per ritrovarsi nel centro storico e ricredersi un attimo. Se per molti 30 40 mila euro sono spiccioli, per una comunità come la nostra sono tanti e possono essere reinvestiti in maniera diversa, anche in base alle reali necessità della città. A mio modesto parere, quindi, una buona amministrazione dovrebbe rinunciare ad almeno uno dei due spettacoli e, nella fattispecie, a quello di Ferragosto, essendo la festa di San Nicolò una delle più belle e importanti manifestazioni (davvero di richiamo) per tutta la nostra comunità.
Lo sforzo successivo dovrebbe essere quello di pensare ad altre modalità di richiamo turistico, soprattutto in un’ottica di destagionalizzaizone. Lo abbiamo visto nei dati comunicati ieri tramite i giornali, nel mese di giugno le presenze sono in calo, i numeri non sono entusiasmanti eppure, nonostante ciò, a seconda delle persone con cui mi ritrovo a parlare, sembra che sappiano solo loro come gestire la macchina turistica. I soliti fenomeni “provincialotti” che, spesso, non hanno nemmeno mai messo il naso fuori dai nostri confini alla scoperta di modelli da emulare positivamente. Chiusi in una gabbia di falsi miti e certezze, si perdono (e fanno perdere alla comunità) le opportunità di sviluppo che stanno là fuori.
Nicola Seppone
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