Au revoir, Shoshanna!
Sparare minchiate in campagna elettorale è da sempre un'attività consolidata e gli affari, in questo settore, vanno a gonfie vele! Così, il signor Attilio Fontana (candidato alla presidenza nella regione Lombardia) si lascia scappare una roba del genere: la «nostra etnia» e la «nostra razza bianca» sono a rischio estinzione a causa dell’immigrazione.
Come se non bastasse poi, per cercare di trovare una "giustificazione" al capitombolo di stile, lo stesso Fontana richiama nientepopodimeno che...la nostra Costituzione: già, proprio la nostra carta fondamentale che, all'art. 3, utilizza il termine "razza". Come dire "se lo dice anche la Costituzione! Vi indignate per le mie parole?!" Il dispositivo, in particolare, all'art. 3 recita: "senza distinzione di razza". Che tradotto, per Fontana, significa proprio ripudiare nel modo più assoluto qualsiasi distinzione basata sulla "razza", appunto.
È facile confondere i piani quando lo scontro politico tende a diventare generalista e privo di qualsiasi regola di buon senso. E i piani, in questo caso, sono due: perché un conto è parlare di immigrazione fuori controllo che, indubbiamente, nuoce gravemente alla nostra società. Un conto, invece, è parlare di "razze a rischio" a causa dell'immigrazione. Ci può stare l'errore umano e, perché no, anche la forzatura giustificativa. Ma poi devono arrivare le scuse. Minimo.
Le leggi razziali, che dal 1938 agli inizi degli anni 40 macchiarono indelebilmente la nostra storia, sono una vergogna della nostra società che vive più che mai nella memoria storica del nostro paese. Nella nostra coscienza, come popolo. Certi sbagli, spesso, fanno dei giri immensi e poi ritornano. Suonano come un arrivederci, come quell''au revoir, Shoshanna di Bastardi senza Gloria che riecheggia in quella campagna francese mentre lei, Shoshanna, fugge dal terribile colonnello tedesco Hans Landa.
Dovremmo ricordarci da dove veniamo. Anche perché se siamo un grande popolo lo dobbiamo soprattutto ad un glorioso passato che, però, porta con sé parecchi errori a cui dobbiamo dire un convinto "adieu".
Come se non bastasse poi, per cercare di trovare una "giustificazione" al capitombolo di stile, lo stesso Fontana richiama nientepopodimeno che...la nostra Costituzione: già, proprio la nostra carta fondamentale che, all'art. 3, utilizza il termine "razza". Come dire "se lo dice anche la Costituzione! Vi indignate per le mie parole?!" Il dispositivo, in particolare, all'art. 3 recita: "senza distinzione di razza". Che tradotto, per Fontana, significa proprio ripudiare nel modo più assoluto qualsiasi distinzione basata sulla "razza", appunto.
È facile confondere i piani quando lo scontro politico tende a diventare generalista e privo di qualsiasi regola di buon senso. E i piani, in questo caso, sono due: perché un conto è parlare di immigrazione fuori controllo che, indubbiamente, nuoce gravemente alla nostra società. Un conto, invece, è parlare di "razze a rischio" a causa dell'immigrazione. Ci può stare l'errore umano e, perché no, anche la forzatura giustificativa. Ma poi devono arrivare le scuse. Minimo.
Le leggi razziali, che dal 1938 agli inizi degli anni 40 macchiarono indelebilmente la nostra storia, sono una vergogna della nostra società che vive più che mai nella memoria storica del nostro paese. Nella nostra coscienza, come popolo. Certi sbagli, spesso, fanno dei giri immensi e poi ritornano. Suonano come un arrivederci, come quell''au revoir, Shoshanna di Bastardi senza Gloria che riecheggia in quella campagna francese mentre lei, Shoshanna, fugge dal terribile colonnello tedesco Hans Landa.
Dovremmo ricordarci da dove veniamo. Anche perché se siamo un grande popolo lo dobbiamo soprattutto ad un glorioso passato che, però, porta con sé parecchi errori a cui dobbiamo dire un convinto "adieu".
Nicola Seppone
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