Legittima difesa, quello che vi dicono (ma non leggete)
La home di Facebook oggi è invasa dai post sulla "legittima difesa". C'è chi si scaglia contro la sinistra definita "peggio della destra", c'è chi s'incazza perché la legittima difesa parrebbe valida soltanto di notte e non di giorno (ditemi che non lo pensate seriamente, vi prego) e così via.
Oilalà, ci risiamo. La PROOOOOOOOOOOPOSTA di legge è passata alla Camera e ora dovrà essere sottoposta al miiiiiitico Senato che, solitamente, non è proprio beep beep nelle decisioni (almeno un annetto dai, in media). Tradotto: al momento rimane tutto uguale. Non cambia niente!
Ma ipotizzando anche il passaggio di questa modifica, non dimenticate mai la centralità della figura del magistrato, perché alla fine, la storia, è un po' come le giravolte: come la giri la giri alla fine chi la decide è sempre lui, il giudice (tra l'altro Fedez in quella pubblicità canta benissimo. "Ma guarda che non canta!" Ah).
Tranquilli, non intendo tediarvi con una lunga analisi sulle varie modifiche subite dall'art. 52 del codice penale. Questo è un discorso che interessa soprattutto gli addetti ai lavori. L'opinione pubblica se ne strafotte della proporzione tra offesa e difesa. E hanno ragione da vendere se ci pensate bene. Se devi difendere la tua persona, tua moglie, tuo figlio, quanto meno a parole (perché poi con i fatti bisogna trovarsi in quelle situazioni) pensi solo ad una cosa: far sparire, in qualche modo, la minaccia che incombe su di te.
In altre parole, per il cittadino in pericolo, difendersi, è semplicemente scontato. E poco importano, al momento, le modalità, i bilanciamenti, gli eccessi colposi e così via. Il punto focale rimane lo stesso, ogni volta: ci si perde nei dibattiti che spaziano dal discorso semplicistico, da bar, al discorso dettagliato, specializzato e quasi paradossale se applicato ad una situazione reale. In mezzo ci sono i cittadini che, di fronte ad un'aggressione, devono reagire e, magari, devono pure pensare come.
Oilalà, ci risiamo. La PROOOOOOOOOOOPOSTA di legge è passata alla Camera e ora dovrà essere sottoposta al miiiiiitico Senato che, solitamente, non è proprio beep beep nelle decisioni (almeno un annetto dai, in media). Tradotto: al momento rimane tutto uguale. Non cambia niente!
Ma ipotizzando anche il passaggio di questa modifica, non dimenticate mai la centralità della figura del magistrato, perché alla fine, la storia, è un po' come le giravolte: come la giri la giri alla fine chi la decide è sempre lui, il giudice (tra l'altro Fedez in quella pubblicità canta benissimo. "Ma guarda che non canta!" Ah).
Tranquilli, non intendo tediarvi con una lunga analisi sulle varie modifiche subite dall'art. 52 del codice penale. Questo è un discorso che interessa soprattutto gli addetti ai lavori. L'opinione pubblica se ne strafotte della proporzione tra offesa e difesa. E hanno ragione da vendere se ci pensate bene. Se devi difendere la tua persona, tua moglie, tuo figlio, quanto meno a parole (perché poi con i fatti bisogna trovarsi in quelle situazioni) pensi solo ad una cosa: far sparire, in qualche modo, la minaccia che incombe su di te.
In altre parole, per il cittadino in pericolo, difendersi, è semplicemente scontato. E poco importano, al momento, le modalità, i bilanciamenti, gli eccessi colposi e così via. Il punto focale rimane lo stesso, ogni volta: ci si perde nei dibattiti che spaziano dal discorso semplicistico, da bar, al discorso dettagliato, specializzato e quasi paradossale se applicato ad una situazione reale. In mezzo ci sono i cittadini che, di fronte ad un'aggressione, devono reagire e, magari, devono pure pensare come.
Nicola Seppone
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